Magari ci litigava, ma poteva sapere davvero come la pensavano. Ecco perché la nostra collaborazione è andata avanti per tanto tempo. Per darvi un'idea di quanto a lungo durasse il rapporto con lo staff, io fui l'ultimo arrivato per ben sette o otto anni, fino a quando Terry si unì all'entourage.
Eravamo un gruppo affiatato, quando ci trovavamo in pubblico, si vedeva che avevamo una marcia in più.
Per certi versi Freddie era un privilegiato. La maggior parte di noi prende ogni giorno come viene, adattandosi alle circostanze. Lui invece era riuscito a pianificare nei dettagli tutta la sua esistenza, tutto ciò che desiderava.
Se mangiava fuori casa la sua meta era il ristorante italiano di fronte al Colherne, un pub in Brompton Road.
Se cercava un regalo per un compleanno, da Lalique in New Bond Street andava a colpo sicuro.
Lalique in New Bond Street
Se era in zona non rinunciava quasi mai a una puntata da Tiffany, da Cartier e da Sotheby's. Dopo una mattinata trascorsa in quella casa d'asta faceva uno spuntino da Richoux in South Audley Street, con del welsh rarebit o con uno dei piatti del giorno a base di riso. Di pomeriggio, avrebbe puntato per un sandwich ed Early Grey, abitudine risalente all'epoca in cui John Reid curava gli interessi dei Queen. Freddie non usciva mai da Richoux senza due o tre scatole di cioccolatini Godiva. Dopo averci costretto a mangiarli, ne conservava le confezioni, che secondo me apprezzava quanto il loro contenuto, e alcune le metteva in bella vista.
Cioccolatini Godiva
Il fascino per le scatole toccava livelli inspiegabili.... Teneva moltissimo il modo in cui veniva presentato un prodotto, e aveva capito che parte dell'attrattiva esercitata dal cibo era dovuta all'aspetto. Non era seguace della nouvelle cousine, ma gli piaceva vedere la disposizione del cibo sui piatti. Pure quella era una manifestazione di talento artistico.
Tratto da - Freddie Mercury una biografia intima di Peter Freestone
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