Freddie Mercury Bijou Italia

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giovedì 15 gennaio 2015

Made in Heaven


La foto di copertina del quindicesimo album in studio dei Queen non potrebbe essere più simbolica: Lo scatto ritrae la shilouette di Freddie Mercury in posa caratteristica, con le gambe divaricate e il braccio destro sollevato in gesto di trionfo. La sagoma è voltata di spalle, con lo sguardo verso l'orizzonte rilassante e quasi idilliaco.... la superficie di un lago, il cielo illuminato dal pallore esangue di un tramonto. 
Al momento della pubblicazione di Made In Heaven, nel novembre 1995, l'istrionico frontman dei Queen era ormai morto da quattro anni; quella della foto è la sua statua. Il che però non avrebbe sminuito l'impatto della voce di Mercury sul pubblico, o considerate le circostanze in cui il disco venne completato, sulle emozioni.
Nel 1991, con Innuendo che spopolava in classifica e veniva salutato da ogni parte come il loro disco migliore sin dagli anni 70, i Queen sarebbero dovuti essere carichi a molla, se non fosse che le condizioni di salute del loro cantante andavano rapidamente deteriorandosi. Freddie sapeva che stava per morire, e lo sapevano anche gli altri. Sapevano anche che Freddie voleva a tutti i costi pubblicare un ultimo album. Non c'era molto tempo per scrivere canzoni , anche se Mercury ne scrisse una intera da solo, la ballata " A Winter's Tale ", e un'altra insieme a Brian May, l'emozionante " Mother Love ". 


Cantò anche pezzi che erano già stati scritti in precedenza, come " Too Much Love Will Kill You ", tratta da un album solista di May, " My Life Has Been Saved " di John Deacon, e  " Heaven For Everyone " che Roger Taylor aveva scritto per il suo progetto parallelo The Cross. I Queen restituirono la cortesia recuperando due brani dell'album che nel 1985 aveva segnato il debutto solista di Freddie, Mr. Bad Guy, riarrangiando in chiave fortemente rock " I Was Born To Love You ", e aggiungendo il tipico sound dei Queen a " Made In Heaven ". Non a caso, scelsero di dare all'album lo stesso titolo di uno dei brani di Freddie, e una delle due creazioni più sorprendenti ed eccessive, se è per questo - in parte toccante aria alla Puccini, in parte inno appassionato. Perché nonostante questo sia indiscutibilmente un disco dei Queen - la band, gli arrangiamenti, il minuzioso sforzo compiuto dal gruppo per mettere insieme ogni minuscolo frammento fino a formare un prodotto uniforme. 
Alla morte di Mercury, i Queen dichiararono ufficialmente che, non appena i membri del gruppo se la fossero sentita, avrebbero " celebrato la sua vita nello stile a cui era abituato ", il che è esattamente ciò che hanno tentato di fare qui. Ed ecco perché in mezzo a brani che per ovvie ragioni sono profondamente introspettivi, ci sono momenti in cui viene a galla tutta la l'energia vitale di Freddie. Basta ascoltare " Mother Love ", per esempio; difficile non farsi venire un groppo in gola quando Mercury canta frasi come " Da troppo cammino in questa via deserta.. Ma ho un peso sul cuore e la mia speranza è persa " o quando nell'ultima strofa, entra May a cantare. All'improvviso però, nella parte conclusiva, ecco di nuovo Freddie, nel pieno della sua gloria, che dirige la folla in esercizi canori collettivi durante il concerto del 1986 al Wembley Stadium. Sembra quasi di vederlo, dritto davanti al microfono, a gambe divaricate, con la mano stretta a pugno, e il braccio sollevato in aria in segno di trionfo 


Tratto dall'articolo di Sylvie Simmons 

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